Caso Intesa Sanpaolo: Da presunto epic fail a cyberbullismo

Caso Intesa Sanpaolo: Da presunto epic fail a cyberbullismo

Il confine sottile tra privato e pubblico

In questi giorni sul web non si fa parlare del nuovo video di Banca Intesa Sanpaolo e nella maniera più specifica della filiale di Castiglione delle Stiviere. E’ da qualche giorno che la clip, che vede protagonisti la direttrice Katia e i suoi dipendenti poco intonati, ha fatto il giro del web, che non ha avuto altro che commenti poco gentili alla vista di quelle immagini.

La verità sul caso Intesa Sanpaolo

Per chi pensava che fosse una trovata pubblicitaria andata male e chi gridava all’epic fail, dobbiamo purtroppo infrangere i vostri sogni di gloria. Il videoclip era stato girato per un contest aziendale che aveva l’obiettivo di a creare un po' di sana competizione tra le varie sedi. Nel video i dipendenti si presentano e intonano una canzone per illustrare l’efficacia dei loro servizi con un occhio di riguardo per la customer care, ma per la filiale di Castiglione delle Stiviere qualcosa sembra essere andato storto.

Il video e la sua viralità

La clip si presenta come amatoriale e i dipendenti sembrano impacciati e poco intonati davanti all’obiettivo che li ha esposti alla gogna mediatica. Tutti ingredienti che sembrano preannunciarne il “successo”… ma a volte sembra che alla sensibilità sia preferita la sete di condivisione. Il video risale allo scorso giugno ed è rimasto privato fino a qualche giorno fa’, finchè non è stato condiviso sui social da qualche bontempone. Tale azione ha innescato la diabolica macchina del web, generando una reazione inarrestabile. Migliaia di like, commenti e condivisioni hanno seguito il video, ma la viralità ha un effetto collaterale: la gogna mediatica!

A farne maggiormente le spese è Katia, la direttrice accusata, tra le tante cose, di insanità mentale e complice della rovina della reputation della banca.

Dopo tutto questo tram tram social, fermiamoci un attimo e mettiamoci nei panni di Katia costretta ad oscurare il suo volto dal profilo Facebook, per non essere facilmente rintracciabile.

In realtà Katia non ha leso l'immagine della banca, anzi è stata la stessa azienda a commissionare i video né tantomeno è stata lei a renderlo pubblico.

Ma ciò che è certo è che tra contest aziendale e cyberbullismo, in passo è stato breve, soprattutto perché nell’era dei social il confine tra pubblico e privato si fa sempre più sottile, a tal punto da scomparire in alcuni casi.

Le conseguenze, purtroppo, possono essere imprevedibili, perché si dimentica che dall’altra parte possa esserci una persona con una vita, una storia e una famiglia.

E’ facile sacrificare l’identità di una persona per una risata e una pioggia di like, fatto sta è che se da un lato social network hanno il magico potere di mettere il contatto gli utenti, dall’altro ne annientano la sensibilità.

Ciò che è certo è che del caso Intesa Sanpaolo se ne parlerà ancora per un po’, ma la chiave di lettura sarà diversa e vede il fantasma del cyberbullismo aleggiare sulle teste di chi è stato complice di questo evento mediatico. Quale sarà l’approccio degli utenti davanti alla realtà? Lo scopriremo solo vivendo.

(fonte Repubblica.it)

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